Batterie al piombo-acido per alimentare i motori: la svolta elettrica secondo Merlo

L’evoluzione tecnica delle batterie per autotrazione ha conosciuto un’impressionate accelerazione negli ultimi dieci anni, complici le tecnologie messe a punto in precedenza per alimentare quella miriade di apparecchiature elettroniche che sono diventate componenti fisse della vita quotidiana. Smartphone, tablet e pc in primis, ma anche fotocamere, telecomandi e orologi digitali. E’ stata però la necessità di muovere mezzi prestazionali e pesanti come le auto che ha accelerato lo sviluppo degli accumulatori orientandolo verso sistemi operanti sulla base degli ioni di litio, gruppi che a parità di massa e di ingombri erogano quantità di energia superiori a quelle proposte dalle tradizionali batterie al piombo.

Il peso fattore di stabilità

Un vantaggio che però si paga salato in termini di costi e tutela ambientale e che non risulta neanche tale se gli accumulatori devono muovere macchine da lavoro che trovano proprio nel peso uno dei loro fattori di stabilità e funzionalità. A conferma, la scelta avanzata dai tecnici Merlo quando decisero di metter mano al progetto “e-Worker”, il primo sollevatore telescopico elettrico della storia, disponibile sia con trazione semplice sia doppia.

Analizzate in effetti tutte le possibilità di equipaggiamento disponibili sul mercato e tenendo conto delle esigenze operative della macchina, in primis la sua capacità di alzare in sicurezza carichi rilevanti fino a quasi a cinque metri di altezza, fu una scelta logica e razionale quella di guardare alle batterie tradizionali, più economiche di quelle al litio, facilmente reperibili sul mercato, ricaricabili senza aver bisogno di strumenti particolari, esenti dal rischio di incendio ma soprattutto caratterizzate da masse che permettevano di limitare il ricorso a zavorre ausiliarie.

Batterie al piombo-acido: massima razionalità di progetto

Non bisogna essere degli ingegneri per capire che non avrebbe avuto senso muovere i sollevatori con raffinate, ma costose e delicate batterie al litio affiancando loro delle ingombranti e costose zavorre aggiuntive quando gli stessi livello di energia e di stabilità possono essere raggiunti senza zavorre con più economiche batterie al piombo. Una scelta ponderata quindi, ma non in contrasto con quella costante ansia di ricerca che da sempre permea il Gruppo Merlo.

Anche a livello di accumulatori al piombo-acido la tecnologia ha in effetti maturato grandi progressi e ovviamente i tecnici piemontesi hanno approfittato proprio delle innovazioni di settore per equipaggiare i loro sollevatori con batterie di ultima generazione, quindi di alta capacità, di bassa manutenzione, a ricarica rapida e di lunga durata. Uno stesso pacco può in effetti lavorare anche per sei anni senza che la sua capacità cali sotto l’80 per cento di quella massima iniziale risultando anche riparabile se uno dei suoi componenti entra in avaria. A ciò si aggiunga poi che le batterie al piombo acido sono anche più facili da riciclare di quelle al litio, ancora oggi oggetto di studi specifici in tal senso, e non propongono componenti costruttivi provenienti da Paesi che non tutelano i diritti umani.

Batterie al piombo-acido amiche dell’ambiente

Fra i vantaggi delle batterie che muovono i sollevatori Merlo serie “e-Worker” e più in generale di tutte le batterie al piombo acido c’è anche la loro facile riciclabilità. Basti pensare che il piombo riciclato dalle batterie esaurite copre oltre il 40 per cento della produzione italiana di piombo e il 37 per cento del fabbisogno nazionale di tale metallo. Il piombo ottenuto dal processo di riciclaggio ha inoltre le stesse caratteristiche fisico–chimiche del piombo non ancora lavorato richiedendo per essere rimesso in opera un terzo dell’energia necessaria per lavorare il minerale grezzo.

Informazioni specifiche

Le caratteristiche fondamentali delle batterie sono la tensione elettrica ai poli espressa in volt e la capacità elettrica espressa in ampere-ora, due parametri dai quali deriva l’energia elettrica erogabile espressa in watt/ora. Due le tipologie di base degli accumulatori, con quelli di avviamento che erogano alti livelli di energia per brevi periodi di tempo e quelli di trazione che invece operano erogando energie minori, ma per lunghe durate.

A parità di capacità si può dire che i primi danno “tutto e subito”, mentre i secondi “un po’ alla volta ma sempre”. Le batterie che muovono i Merlo “e-Worker” sono ovviamente di trazione, realizzate con piastre positive costituite da piombo ricoperto da biossido di piombo e piastre negative di piombo metallico poroso. Nel mezzo una soluzione acida di acqua distillata e acido solforico che funge da elettrolita. Le due piastre costituiscono una coppia elettrolitica collegata dalla soluzione acida in grado di emettere corrente se collegata a un carico o di immagazzinarne se collegata a un generatore. Il pacco è formato da 24 elementi collegati in serie contenenti ciascuno 12 piastre positive tubolari e 13 negative a gabbia tutte realizzate con lega di piombo di prima fusione ad altissima purezza.



In caso di avaria è possibile la sostituzione di ogni singola cella danneggiata e il peso complessivo del sistema è di circa 15 quintali che, posizionati nella parte bassa della macchina, danno luogo a una formidabile zavorra stabilizzatrice. Non a caso i sollevatori possono alzare fino al loro limite anche carichi di 15 quintali. Altro vantaggio di tali accumulatori una vita utile molto superiore, fino all’83 per cento, rispetto alla media di settore, prestazione facilmente concretizzabile se ha solo l’accortezza di ricaricare completamente la batteria quando è quasi del tutto scarica evitando ricariche parziali.

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Titolo: Batterie al piombo-acido per alimentare i motori: la svolta elettrica secondo Merlo

Autore: Redazione

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